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IL MONDO È LA MIA CASA

Un blog per chi vuole cambiare vita e Paese una volta, o due, o tre...Per animi nomadi e per chi cerca sempre un Altrove.
Nomadi. Viaggiatori. Espatriati.
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19 set 2012

The green card lottery (Diversity Visa Program).

Come ho vinto la carta verde per gli Stati Uniti.

Un post su facebook avvisava dell'imminenete apertura della nuova lotteria per la green card: link al sito ufficiale green card lottery.


Colgo l'occasione per dare alcune informazioni a tutti gli aspiranti 'green cardini' all'ascolto, forse il fatto che io l'abbia vinta può aiutare a ricevere informazioni più dirette.
 
La lotterie è gratuita e più semplice di quello che potrebbe sembrare. Non fatevi spaventare! Provateci in ogni caso! Quando sono andata all'intervista ho conosciuto gli altri vincitori e, credetemi, erano di ogni origine e tipo, con laurea, senza laurea, con 10 figli, single..in un caso addirittura li ho aiutati a compilare il modulo perchè non capivano assolutamente nulla d'inglese. Un pò come per i lavori...quello che sembra complicato, restrittivo e difficile poi nella realtà si rivela non poi così impossibile..umano, troppo umano (forse per questo nel business si usano i termini inglesi, così qualsiasi lavoro sembra cool e altisonante..).

Comunque, il mio primo consiglio è: compilate il modulo no matter what, tanto è gratis, non siate voi i primi a limitarvi perchè vi sembra che non abbiate i requisiti. Non pagate un centesimo a nessuno, non avete bisogno di avvocati, traduttori nè altro. Se non sapete l'inglese basta un amico, se avete dei documenti in italiano da tradurre in alcuni casi serve traduzione, ma non certificata. Più che altro vi serviranno molti documenti in generale (carichi pendenti, fedina penale etc). Se avete vissuto solo in un paese tanto meglio, se invece siete viaggiatori come me, sono un pò di dolori perchè dovete contattare tutti i paesi e farvi inviare i documenti, ma nulla di così difficile. L'Australia lo fa in automatico online dopo aver ricevuto un certo pagamento, la Spagna anche e costa anche meno, ma difficilmente andrà tutto liscio..la Germania vi invierà tutto in pochi giorni già in inglese..in Italia...auguri: dovrete fare file kilometriche con migliaia di immigrati che cercano disperatamente di fare un documento e si svegliano alle 4 per fare la fila, ma insomma si fa anche quello.

Ogni membro della famiglia (marito-moglie-figli sotto i 21) possono compilare un modulo individuale, e se uno qualsiasi dei membri vince, allora vincono tutti (non si applica a fratelli, zii e genitori se si è adulti).

Una volta inviato il tutto, in pratica si aspetta. Anzi, il mio consiglio è dimenticare completamente, così non state con l'ansia o l'amarezza! Sparaflashatevi come in Man in Black e continuate tranquillamenten la vostra vita.

Qualche tempo dopo, non so dirvi esattamente quanto, dipende da quando inviate e quando avviene l'estrazione (trovate comunque tutte le date sul link ufficiale), se avete vinto (se e solo se), riceverete una busta dal Kentucky Consular Center. In questa busta ci saranno tutte le istruzioni del caso, anche qui nulla di difficile, qualche modulo da compilare, foto tessere da preparare e istruzioni sulla preparazione del colloquio, che dovrebbe svolgersi a Napoli.

La data può essere cambiata, io ho rimandato 4 volte l'appuntamento cause organizzative: nessun problema. Sempre nella busta vi verrà indicata la data limite entro la quale dovete andare a Napoli al consolato Americano.

Quando siete pronti andate e cosa vi aspetta? Io ero un pò terrorizzata, perchè c'è un pò di terrorismo psicologico in generale sia sugli Stati Uniti che, in generale, verso chiunque cerchi di prendere una nuova strada (è impossibile, non c'e' lavoro, stiamo male anche qui, che vieni a fare, vedrai che ti succede, stai attenta che..blabalbalb-mi riferisco a tutti i paesi e non solo gli Stati Uniti). In realtà come sempre, nulla di tutto ciò! Più che un colloquio, un semplice 'disbrigo pratiche', al massimo il console (simpaticissimo) vi farà una o due domande. La mia è stata: allora dove andrai? Fine..

Questo è stato il mio famigerato colloquio..inoltre avevo sbagliato la data di nascita...nel senso che negli Stati Uniti scrivono prima il mese e poi il giorno e non lo sapevo. Mi sono preoccupata moltissimo, oddio ho scritto male la data di nascita sui documenti americani!! Nooooo, ho perso la mia occasione! nooooooooo disdetta disdetta tremenda disdetta!!!

Ebbene no, la signorina, gentilissima, ha strappato il foglio e me ne ha fatto scrivere un altro. Fine! (A napoli arrivano i fogli che avete mandato in Kentucky, quindi hanno semplicemente sostituito il vecchio foglio con il nuovo).

Una cosa da far presente è che dovrete pagare al consolato! Ogni rilascio di carta (che inizialmente è solo un visto sul passaporto) vi costerà sui 500 euro, ma non ricordo benissimo la cifra, controllate!

Ricordate di portare le foto. Il giorno prima dovrete anche andare a farvi il prelievo del sangue, vi daranno l'indirizzo e tutto. Andate, fate il prelievo, poi vi fanno una visita generale (è una clinica privata napoletana un pò fuori mano..) e aspettate, poi aspettate, poi aspettate..


aspettate..

aspettate...ronnzzzzzzzz..zzzzzz....zzzzzzzzzzz

Ad un certo punto vi daranno finalmente una busta, che in linea teorica non dovreste aprire! E non fatelo! Io l'ho fatto e uff alla fine mi mancava un foglio all'arrivo in aereoporto a New York e la cosa mi è costata un paio d'ore, sono entrata lo stesso, ma insomma risparmiatevelo!!

Fatto tutto ciò se non vi drogate troppo e non avete un tatuaggio di Bin Laden sulla fronte, siete pronti per partire (dovrete ritirare il passaporto con il visto in un negozietto vicino al consolato, una specie di DHL, non mi ricordo il nome, comunque ve lo dicono al consolato). Ritirate il passaporto e via!

Siete pronti! Avete un certo lasso di tempo limite, se non mi sbaglio io avevo un anno? Non mi ricordo, comunque insomma un pò di mesi di tempo li avete ancora, ma dovete partire entro al data limite indicata.

Al primo atterraggio andate nella fila U.S citizens and permanent residents. L'ufficiale prende il vostro faldone, lo shakera, congratulations! there's a party! Born in the USAAAAAAAAAAA...e poi passate :).

Siete in America!! 
La carta verde dura 10 anni, ma dopo 5 anni potete ottenere la cittadinanza se risiedete in modo continuativo negli States. Altrimenti potete uscire per un massimo di 12 mesi senza autorizzazione. Se volete star via di più dovete chiedere il re-entry permit (per stare via 2 anni) se ad esempio dovete finire di studiare o boh.
(quando avrete un indirizzo vi arriverà la carta definitiva, all'inizio potete indicare qualsiasi indirizzo, magari un amico o un vago conoscente, o uno sconosciuto italiano che vive lì e vi fornisce l'indirizzo perchè non è poi un favore così grande o difficile o compromettente!)

Ogni volta che state via più di sei mesi il conteggio per la cittadinanza si azzera.

Ogni volta che rientrate l'ufficiale vi chiederà a voce quanto tempo siete stati via e segnerà la vostra risposta sul passaporto.

Per altre domande chiamate la hot line 666-666-666 ehhe, just kiddin', se avete altre domande aggiungetele nei commenti.

That's all folks!

24 lug 2012

Il volo Roma-San Diego II la vendetta

El vuelo que nunca acaba


Bien. Eccomi qui. Questi pochi giorni sembrano essere durati anni e non c'è ancora stato un attimo di riposo.

Treno per Roma preso all'ultimo minuto, speso tantissimo e, per un attimo, stavo perfino per dare i miei pochi soldini a Italo! Il treno pvivato (con la v). Anni e anni di sofferenza estrema che solo un pendolare può conoscere segnano per sempre. Alla fine però il ricordo dei soprusi e la sofferenza non è bastata a convincermi a rivolgermi a Montezemolo. EH no neh.

Bien. Aria condizionata gelida, occhi infiammati, due ragazzi americani che hanno giocato ai videogames per tutto il viaggio tirando su col naso ogni circa 5 secondi per quasi 4 ore. Un bel presagio. Ad un certo punto sono corsa via verso le porte del treno...voglio scendere...aiuuuttto, ho freddo! questi ragazzini sniff sniff sniff eccchekaiserdamm....perchè io, alla fine, negli Stati Uniti, non ci voglio andareeeeeeeeee.

 Come è potuto succedere proprio a me? Un dio deve esistere per forza. Quest'arguta, sapiente e creativa opera della s-fottuna non può che essere opera divina, super-fortuna e super-fottGXYW*%$ allo stesso tempo.

Well, well. Chi si lamenta non munge la giumenta (is this good or bad? ehhehe) Come avrete intuito sono piuttosto confusa (e la mia creatività linguistica lascia a desiderare)

Torniamo a Roma (ladrona! la lega non perdona, meglio con-dividere i furti in aree differenziate, come la munnezza)

Arrivo a mezzanotte, giro per Roma di notte con degustazione di mozzarelle da premio nobel e pomodori ripieni fatti in casa, brindisi al parco e via verso l'aereoporto.

Bizzarro scoprire che l'aereoporto di Roma la notte ha tutte le porte chiuse tranne una. Sembra una specie di trappola per topi. Dormita per terra di rito. E solita domanda: ma perchè non mettono dei sedili comodi per i passeggeri?

Mi viene in mente che quando facevo design in quel di milano ci spiegarono come le panchine della stazione (prima del rinnovo) erano state studiate apposta per non permettere di stare seduti a lungo, ma solo appoggiati, erano tipo strette e molto bombate in fuori, le ricordate? quasi come sedensi su una grande sbarra. Così non ci dormivano i barboni....Nè si sedeva comodamente un'anziana o una qualsiasi persona stanca dopo 10 ore di viaggio, ritardi, gelo o asfissia da mancanza di ossigeno...Però almeno i barboni non si stendono. È sempre una questione di priorità. Bene. Fino a Roma confesso che non ci ho riflettuto più di tanto. Ricordo di aver sempre dormito a terra negli aereoporti, perfino a Singapore. Arrivata a Francoforte però..sedie...sedie...un paradiso di sedie e sedili...puliti, morbidi senza braccioli divisori! Avrei voluto dormire li' per almeno una settimana, ma il mio prossimo volo per Chicago partiva dopo 30 minuti. Così è la Germania, ha quello che desideri, ma per un motivo o per l'altro resta solo un'idea più che una reale soddisfazione ;).


Ho volato con Lufthansa, stranamente aria condizionata a livello perfetto, non fastidioso. Croissant al cioccolato meglio di qualsiasi altro riescano a fare in Spagna (ma è così difficile?). Però uno solo...e io se non ne mangio 3 non sento niente...ancora Germania che non dai piena soddisfazione...


Nota tecnica, se passate da Inghilterra o Germania etc prima di andare negli States non vi serve il bollo sul passaporto. Serve solo se dall'Italia lasciate l'Europa. In tutti gli altri paesi europei non esiste, quindi non lo controlleranno.

Il tedesco mi controlla il passaporto, intravede i miei capelli perchè al bancone non ci arrivo...devo saltare o mettermi in punta di piedi, e mi dice Arrrrrivedevci! Io gli rispondo in tedesco e cerco di fermarmi lì...tu tu piccolo tedeschino biondo, sei l'ultima mia frontiera in Europa, dopo di te c'è l'America! Fermami! Dimme che vuoi bbbene, offrimi una birra! Restiamo tutti allegramente in Europa, suvvia Germania paga i nostri debiti e non ci indurre in tentazione ma liberaci dal male, amen.

E invece niente, non mi chiedono nemmeno garanzie sul debito pubblico, mi dice ciao ciao e mi abbandona al mio destino.

Sweet home Chicago. Here I come.


Il volo è interminabile, cerco di dormire, mi raggomitolo, mi contorco, leggo "Considera l'aragosta", il libro che mi sono portata dietro e giungo rapidamente alla conclusione che non era il libro da portarsi dietro, considerate le circostanze e il mio attuale stato d'animo. No no no no no no.

Servono agli indiani davanti al mio posto della carne...ahi ahi ahi Lufthansa ahi ahi ahi. L'indiano con coraggiosa e infinita perseveranza rivendica i suoi diritti per circa 2 ore di viaggio, parla con 3 diverse hostess, tutte sorridenti e bellissime, anche se stagionatelle. Misunderstanding...yes Sir...What would you want us to do now? Yes Sir..yes sir.

Questa volta abbiamo avuto pochissima turbolenza grazie a Ganesha e tutti i santi immacolati di Positano, soprattutto nessun vuoto d'aria di 10 secondi come l'ultima volta, che ho strillato come al luna park..essì bisogna sfogà.


Tutto bene, bella panoramica dei dintorni di Chicago dall'alto (e passare dal Canada è stato uno spettacolo! si vedeva benissimo non eravamo molto alti, pozzanghere gigantesccccccccheeeeeeee, milioniiii).

Arriva il fatidico momento in cui tutti cominciano ad entrare in panico, anche senza motivo. Controllo HOMELAND SECURITY.Ripasso nella mente come mi chiamo, chi sono e perchè sono e pure le tabelline perchè non si sa mai che me le chiedano...

Entro nella fila U.S. citizens and residents yuuuppie. Arrivo. Saluto. No answer....metti le 4 dita della mano destra lì...eseguo.

metti il pollice. eseguo.
altra mano.
eseguo!

Da quanto sei fuori dagli Stati Uniti e perchè? Vedi che le tabelline un pò mi servivano..
PUM (stampa sul passaporto).

Vado? Posso andare?
Si si vai che mi blocchi la fila!

....Ma perchè mi fanno sempre paura? Alla fine sembra un impiegato postale. Fa veramente male riempirsi la testa di film e telefilm americani, non è da sottovalutare la loro influenza sulle nostre percezioni.
E io sono di quelle che di televisione ne vede in media 2 ore al mese.

Non finisce qui però, al second check point mi fermano, perchè quando mi chiedono che bagaglio ho e non ho che uno zainetto la cosa non li convince. Devo andare alla porta numero 2...


Il funzionario della porta numero due mi chiede la green card...fa zick zick zick nel computer, un computer piuttosto antico che non assomiglia agli schermi trasparenti touch screen di CSI e mi chiede se ho liquidi nella borsa. Io? nooo macchè. ok ciao, senza controllare niente, manco l'ha toccato il mio bagaglio! tzè!

Arrivata all'imbarco dell'aereo per San Diego mi rendo conto che siii, è da Roma che mi porto dietro l'acqua in borsa! ahhaha quando vuoi farlo non ti riesce, quando te lo dimentichi e fai 2 scali e 15 controlli, nessuno se ne accorge! Funny funny world. In compenso sono dovuta passare attraverso un scanner X-ray..e non hanno visto l'acqua. Avrei voluto chiedere la foto dello scanner come souvenir, ma non mi pareva il caso, erano tutti molto seri in verità, a New York erano più allegri...ridevano tutti di me che entravo senza documenti..ma ridevano allegramente! Quando ho ricevuto i documenti definitivi gli ho spedito una cartolina al dipartimento di New York. Magari mi torna utile un giorno un pò di empatia .)

Per i voli nazionali basta la patente per viaggiare. Fine dei passaporti, si gioca in casa.

Ultimo volo per San Diego! United Airlines, bevande e cibo a pagamento, nemmeno un bicchier d'acqua! Una cordialissima voce avverte che non è prevista alcuna bevanda o cibo gratuiti.
SIIIII che belllooo già respiro aria di libertà!

Questa volta l'aria condizionata mi procura un principio di congelamento, ma sfruttando le goccioline di condensa riesco ad abbeverarmi un pochino. Sempre sorridendo.

San Diego! Landed! (ore 7p.m)
E adesso? che facciamo?

Nel caso ci fosse qualche altro pazzo che arriva a San Diego completamente disorganizzato vi fornirò alcune notizie tecniche utili nel prossimo post.

Mi raccomando! It's fun! (Qui tutto è fun...look at those shoes! they are fun! Buy this car! It's fun! Having a dog is fun! Fun is fun! Enjoy the fun! e benvenuti a San Diego.

12 lug 2012

Come tutto ebbe inzio e riepilogo puntate precedenti

  Un nuovo Inizio. In God we Trust.


Giugno 2010. Tenerife, Bajamar.

(sotto: foto sparse di alcuni luoghi delle Isole Canarie)

Taganana

Mi casa!
                               
Punta Teno

Boca Cangrejo
Teide
                                 
Drago Canario
Una porta a Fuerteventura

Big Fish, viaggia con me!

El Cotillo

Fuerteventura

Fuerteventura



Freedom


Guardando Isla de Lobos


Pappagalli al pascolo!

Uccellini in spiaggia...
Camping spot

Maspalomas




Guigui guardando Tenerife

Guigui, siamo quasi arrivati!

Mi casita


Sono sul balcone e mi godo il panorama quando...Cosa? Una lettera dagli Stati Uniti?

Un faldone color crema, spesso e misterioso. Sorpresa! Cosa sarà mai?
Gli Stati Uniti non sono mai stati una mia meta, un mio sogno, un mio desiderio.
Non ho parenti nè amici li', ho vissuto a Barcellona, a Sydney, a Berlino, in Irlanda, in Inghilterra, sono stata in Thailandia e Malesia mah mah, non ho mai messo piede negli Stati Uniti! Nemmeno per fare uno scalo!
L'American dream? "till human voices wake us and we drown."

Kentucky Consular Center.

oh oh. in un primo momento non so perchè ma ho avuto un attimo di panico, servizi segreti, spie, terrorismo? AIIIUUUUTO non ho fatto niente! Too much TV, eppure da 5 anni non ce l'ho. mmm

Bueno... a ver, puede ser simplemente una broma.

Open it, open it!

Dear DV applicant:

Interview....visa, case number...

Wait a minute. 

tum-tum, 
                 tum-tum, 
                                                                               tum-tum.


Ok.


Ricominciamo. 


Cos'è un DV applicant?

E fu cosi' che un ricordo lontano e soppresso riaffiora alla mente.
Barcellona 2006, al tempo vivevo in Calle Perot lo Lladre, nel centro di Barcellona.
Dovevo preparare ancora la tesi, ma stare a Milano mi asfissiava, non sopportavo quella città, mi sembrava una prigione immensa, rumorosa, falsa e grigia. Modelli e modelle, la città del design. Traffico. Devi fare cosi', devi vestirti cosà, sii alternativa! Be yourself! Express creativity (but the way we want it, the alternative way we have selected to be cool).Io sono una designer. 

Non so perchè ma in quel momento tutto questo mi disgustava, i bar minimalisti, la grafica cool delle riviste trendy. Perfino i concerti, gli eventi, il Milano Film Festival. Come se tutte quelle maniere per sentirmi impegnata e occupata fossero, d'improvviso, una routine per riempire la vita, per creare un personaggio. Sembrerà eccessivo, anche perchè avevo quanti 23-24 anni? Ma mi sentivo "chased by death". Ricordavo solo e soprattutto le notti nel letto. Tutti i giorni scomparivano nella fretta di viverli e riempirli e il riassunto finale era solo una successione di notti nel letto in attesa dell'incoscienza. Mi sembrava di essere stata inglobata in una bolla che galleggiava persa nello spazio, d'improvviso una presa di coscienza, non chiara e razionalizzata, forse tuttora semplicemnte una sensazione, un'intuizione. Malessere. Più di cosi'. Nausea. I don't belong here. I don't care if it hurts, I wanna have control! I wanna a perfect body, a wanna a perfect soul. What the hell am I doing here?

Avevo un amico a Barcellona, un grande amico con il quale ho condiviso l'adolescenza con tutte le sue oscurità e speranze. Un amico lontano, di Rovigo, ma con il quale codividevo l'anima. Sensibile, profondo, sapeva scrivere, sapeva leggermi. Posso farti una visitina?
Claro que puedes! 
Tempo una settimana avevo un lavoro a Barcellona, qualche settimana dopo avevo una casa. E amici, di quelli che poi restano per la vita (alcuni). Altri li ho persi, come capita a chi non ha mai una casa abbastanza a lungo, non riesce a star dietro alle scie sparse ed incomplete che lascia.
Al tempo ancora mi circondavo di oggetti. Dipinsi le pareti (e mi presi un'infezione tanto erano sporche e ammuffite, il modo in cui sanno essere vecchie, storte e ammuffite le case a barcellona è praticamente ineguagliabile nel mondo). Talvolta alcuni ambienti ricordano ancora Nada di Carmen Laforet, quasi che il fantasma della storia di Spagna regni comunque sempre tra le pareti, nonostante tutto. Comprai una riproduzione gigante di The Great Wave di Hokusai, attaccai i miei quadri etnici presi dai Masai in Kenya. Frequantavo circoli di cinema, ho recitato come comparsa in un film! Ho scoperto che Albert parlava catalano. Essi' tanto ignorante ero da non aver mai davvero realizzato che in Catalunya si parlava il catalano. Si l'avevo sentito forse, ma che significava? Della storia della Spagna poi non sapevo niente. Al liceo avevo studiato tutto su Mussolini e Hitler, anche se naturalmente sul 900 si ha sempre poco tempo perche' "siamo indietro col programma". Però la mezzaluna fertile e la Mesopotamia l'ho studiata per mesi di seguito. Vabeh. Però Franco? E Salazar? Evidentemente la storia è piuttosto selettiva, a scuola. All'università poi imparavo marketing, grafica e mi istruivano su come essere creativa. Alla fine era tutto marketing, creativa si ma per un fine prestabilito.
La mia stanza a Barcellona 2006
Montserrat
Sulla strada per Sort, Rafting!
Rafting indeed
Un giorno una delle mie colleghe mi disse che era rimasta senza casa, non ricordo bene perchè. Visti i prezzi degli affitti a Barcellona bisogna per forza di cose condividere la casa, gente che va a viene, stanze che si liberano e si riempiono. Via le foto, valigie, nuove valigie, nuove foto. Italiani, tedeschi, francesi, inglesi. Piacere, hola, bienvenido, au revoir, wunderbar! La movida, si la movida, assenzio, get drunk, be young! I locali bohémien me gustan mucho, me parece volver a otro tiempo y lugar.Be young!
Monica era rimasta in piedi spenta la musica nel gioco delle sedie.
Non la conoscevo molto bene, direi quasi per niente, ma le offrii di stare con me. A suo tempo da giovanissima in Inghilterra qualcuno mi offri' un letto mentre ero in una situazione difficile. E li' imparai la bellezza di un gesto disinteressato verso qualcuno che ha bisogno, sempre e comunque ed in qualsiasi contesto (talvolta confesso di aver forse anche un pò esagerato a riguardo, I grow old I grow old, shall I wear the bottom of my trousers rolled?)
A quel tempo stavo ore ed ore al pc, asseblavo i pezzi, risolvevo enigmi, leggevo trucchi, ogni cosa nella rete mi interessava.
Perdonate un altro flashback, ma è necessario. Quando a 16 anni decisi di andare un anno a studiare in Australia, ebbi tutti contro. Che assurdità, che sciocchezza, non è il caso, troppo lontano, costa troppo, non sei pronta. Mia madre mi sostenne con tutte le sue forze. Maria "la napoletana" a Brescia, e "la bresciana" a Napoli. What the hell was I? Evidentemente una definizione data da un luogo "altro". Esisto in relazione a dove non sono e in relazione a dove mi trovo cambia di volta in volta la mia identità.
E io andai in Australia. Quel momento per me fu un "turning point", come nella canzone del cd che poi la mia amatissima "host sister" mi regalò quando lasciai l'Australia: Green Days: Good riddance. Non solo l'Australia di per sè, ma la forza di andare avanti nei tuoi sogni anche se i più ti ostacolano e ti fanno sentire stupida, un peso, se li sminuiscono o li rendono "impossibili". Da quel momento per me cominciò la crociata contro l'impossibile e chi vorrebbe toglierci ogni speranza in nome della razionalità, economia e "ragionevolezza". In quel momento probabilmente, senza la forza dell'appoggio che ho ricevuto da una sola persona, forse "la società" avrebbe deciso per me. Forse sarei diventata quello che mi sembrava mi stessero dicendo che io fossi. Da quella volta and forever.
It's something unpredictable, but in the end is right. I hope you had the time of your life.
Inutile dire che per me l'Australia a 16 anni, era just accross the universe
Cosi' quando ascoltai la storia di Monica, si accese la mia modalità Fight for your rights! Più sento una persona demoralizzata con sogni rimasti a marcire nel cassetto piu' mi infervoro, monto sul fedele Ronzinante e sguaino la spada contro i mulini a vento. Confesso che da un annetto a questa parte mi sento però un pò più spenta...Una tacca di energia in meno...
E insomma tra le mie mille ricerche per abbattere muri di gomma, capitai sul sito del governo statunitense. DV lottery program? Ok lo compilo. (Mi rendo conto di aver saltato molte fasi, ma questa dovrebbe essere un'introduzione). Qui il link per i nuovi aspiranti americani, perchè come dice una pubblicità qui negli States: America are U.S. (the immigrants) http://travel.state.gov/visa/immigrants/types/types_1322.html
Un gioco, boh. Forse una sbornia. Non ditemi che è impossibile! Non ditemi che è difficilissimo. Argh! (trasformazione in Hulk)
How many miles will it take To see the sun? And how many years 'Til it's done?
Cosi' è stato l' inizio di uno dei miei mille nuovi inizi. (sotto, foto sparse della California)
You surfer! Get on the beach NOW!
Campionato sculture di sabbia
Fammi uno skate!
La fine della festa
Animaletti domestici
Open di surf, Slater wins again
Ancora animaletti domestici
A bum
Border patrol
The answer my friend is blowing in the wind...
Ohibo'
L'auto e il camperino
Death
Brighton, US?
E' mia intenzione parlare soprattutto del mio prossimo viaggio, dal 20 luglio a San Diego con il programa di comprare un Dodge RAM Van usato e viaggiare finchè durano le pile! Nessuna meta, nessun programma. Nessun albergo prenotato nemmeno per la prima notte. Ma credo sia necessario un rapido riassunto del primo ingresso negli States. Perchè San Diego? Diciamo che ho cominciato con il metodo dell'esclusione... Dopo Berlino dubito che andrò mai più ad abitare in un posto che diventa troppo freddo...Il mio adattamento fisiologico al freddo è troppo scarso. Solo con questo canone gia' direi che 3/4 degli States diventano improponibili. Poi ho bisogno di stare sulla costa, mi basta anche solo vederlo il mare, ma in qualche modo mi da il senso di aria ...una finestra aperta, una via di fuga. Solo guardare sulla mappa gli Stati Americani a migliaia di chilometri dalla costa mi sconfortava un pochino, ma quanto sono precisi i LOTS che hanno formato il Colorado? il New Mexico? Il Wyoming? Stati-rettangolo. Weird.
 La scelta poteva essere: Florida Louisiana Texas California Hawaii A questo punto ho eliminato Lousiana (peccato perchè me la immagino molto blues!) e Texas perchè per fare surf serve l'oceano aperto, il Golfo del Messico non è il massimo, inoltre immagino sia ancora altamente inquinato dopo "l'incidente". Del Texas non mi hanno parlato benissimo e, per qualche motivo, non mi ispirava più di tanto. Florida California Hawaii La Florida l'ho eliminata perchè per un pò di tempo vorrei evitare di evere ulteriori esperienze con tornadi, uragani e simili, ho già vissuto un paio di eventi del genere e, non lo nascondo, mi sono argaejhajjj!!!UUHHUSHHA ahhHHHHH nooOOOOO. Insomma non l'ho presa poi cosi' bene, la forze della natura sono sorprendenti, soprattutto in alcune località. Ho capito, non ho bisogno di ulteriori dimostrazioni... Poi avevo nell'immaginario soprattutto Miami, e non è proprio il luogo dove mi piacerebbe vivere, almeno per come me la immagino. Hawaii, beh certo le Hawaii sono una tentazione, ma dopo aver vissuto alle Canarie confesso di preferire, almeno per un pò, di essere circondata da una quantità considerevole di terra. Ne ho avuto abbastanza di isole per il momento. Di isole turistiche poi. Spazi ristretti, prezzi turistici, architettura di consumo. Mi sono informata, e boh, non mi hanno convinto per il momento, pare costino molto, quando si va a cercare fortuna alla cieca e non si ha un buon gruzzoletto di sostegno forse è meglio avere un territorio immenso intorno a sè piuttosto che no. California. (Parte dell'Unione dal 1850, capitale: Sacramento) Ho scelto poi San Diego perche' era vicino al Messico, che conosco e sento affine. Certo si può controbattere che forse Tijuana non è proprio il posto giusto per sentirsi al "sicuro" e a "casa", ma ragionavo in termini piu' generali di Messico! Una terra che conosco certo meglio degli States e una lingua comoda come lo spagnolo. Los Angeles nel mio ideario era simile a Miami. San Francisco invece si, mi ispirava, ma pare faccia freddo. Insomma alla fine bisogna pur scegliere, almeno da dove cominciare! Non mi dilungo sul primo ingresso, ma vi dico solo, con un pò di incredulità e vergogna, che mi mancavano i documenti d'ingresso! AHAH si ora ci rido, ma dopo aver letto come al solito decine di blog su come è difficile ottenere il visto, come è difficile entrare negli Stati Uniti, come sono seri e cattivi i funzionari americani..beh, sono rimasta di sasso. Mi hanno tolto dalla fila, interrogata, preso le impronte per la decima volta, digitalizzate e con l'inchiostro, fatto alcune domande un po' irreali e poi...mi hanno fatto entrare! Paroled. Ossia entri ma entro una certa data devi dimostrare di esserti procurata i documenti. Entri sulla parola. Non male per una che ha vinto la carta verde senza mai aver messo piedi negli States, senza sponsor e senza parenti, fare tutti i documenti necessari e dimenticarli in Italia? Ottimo! Ok, potete lanciarmi addosso ortaggi. Se non altro ho avuto un'esperienza davvero unica. Comunque i funzionari della Homeland security erano ragazzini, meno di 30 anni, allegri, spensierati, sembravano quasi più attori che funzionari, o forse sono sempre io che ho visto troppa tv negli anni teneri. Diciamo che come al solito tutto quello che avevo creato nella mia mente dalla lettura di blog e opinioni è cascato come un castello di carte. Con questo non voglio dire che erano bugie o non siano state informazioni utili, ma che alla fine la realta' specifica che ci tocca in sorte è praticamente estranea a qualsiasi possibile generalizzazione. Io so che entrare con la carta verde negli Stati Uniti non è facile, ma lo so perchè l'ho letto. Se mi dovessi basare sulla mia esperienza personale direi che è facile come compilare due fogli e dimenticarsene per anni. Io so che il terrorismo è stato un big issue e che sui controlli non si scherza, ma forse per una donnina di un metro e mezzo italiana le cose non vanno poi cosi' male come ad un arabo. Chissa come funziona davvero, no idea. Insomma il mondo è fatto di uomini, pregiudizi, errori, valutazioni. Ed io sono stata fortunata nel mix casuale di incognite che mi e' toccato in quel particolare momento. Massimo rispetto per tutti quelli che ne sanno molto di più. Io mi sento quasi "non autorizzata" a parlare del tema. Il pensiero del lunghissimo muro che divide il Messico dagli States mi angoscia sottilmente ogni giorno. Vorrei saperlo ignorare tanto bene come sembra quasi tutti facciano a San Diego. Come se fosse a km di distanza, come se fosse irreale. Abbiamo il nostro giardinetto. Eh si, il nostro piccolo pezzo di giardinetto da curare, come Candido di Voltaire. Un giorno ho aspettato ben 5 ore che si abbassasse la marea per cercare di raggiungere il muro sulla spiaggia. C'e' una barricata che finisce in mare, ma per raggiungerla via spiaggia bisogna attraversare una specie di fiume. Alla fine dopo un pò dall'altra parte sono arrivati due furgoni border patrol e si sono fermati li', quasi a guardarmi, considerate che erano una spiaggia gigantesca e deserta. Mi sono voltata e sono tornata indietro. Volevo vedere come dividevano il mare, o forse volevo dare il mio pegno, il mio segno di rispetto, dire, lo so che ci sei, e lo so che io sto da questa parte, dalla parte "giusta" e ho anche la carta verde. Nessun giudizio, nessuna considerazione, nessuna politica. Solo una manifestazione di rispetto. E' molto piu' grande di me quel muro perche' io possa anche solo fiatare. Muri muri muri.
ok. Sono dentro. Arrivo a San Diego, non ho bagagli perchè sapendo che non so dove andare preferisco stare leggera. Prendo qualche giornale, faccio un giro della città, leggo annunci sui pali. Compro un cellulare e una scheda prepagata. Entro sera avevo una casa. Una settimana dopo un lavoro. Vorrei fare solo un riassunto rapidissimo, stile Il postino che registra i suoni dell'isola, senza molto aggiungere, tracce di un luogo, espessioni di un'architettura urbana e di un modello di società.
Numero uno: Il salto dei delfini liberi nell'oceano mentre si fa una passeggiata in spiaggia Numero due: Gli scoiattoli che corrono sui fili della luce e sono i guardiani dei quartieri Numero tre: Il silenzio in una metropoli Numero quattro: Il canto sconclusionato di un homeless in fila per il pasto Numero cinque: Il vociare ubriaco di bellissime ragazze in miniskirt che potrebbero avere dai 15 ai 30 anni. Numero sei: I marines e i loro stivali neri Numero sette: La bandiera americana che sventola ovunque Numero otto: Suv, superauto e supereroi (comicon) Numero nove: La bibbia nei cassetti Numero dieci: L'eterna magia di una nuova speranza Sono dovuta poi tornare in Italia, dopo la Thailandia e Berlino, quando decisi di fermarmi un po' a Tenerife, decisi anche di predere una seconda laurea, Lingue e Culture Moderne a Genova. Non frequentante, internet, mail, libri comprati online. Volo, dai l'esame, vuelo otra vez. Ora il volo è sempre più lungo, ma non rinuncio a dare i miei esami, ancora uno o due anni e dovrei farcela. Ps domani devo dare letteratura americana! :), mentre ero a Genova poi ne ho approfittato per fare i corsi e imbarcarmi sulle navi da crociera, formazione con un'impresa..imbraco con un'altra (preferivo Desk Top Publisher a Guest Service Operator..) Direte voi..ma quante cose fai assieme? Infatti...non lo faccio più! Promesso! il 20 luglio riparto da Roma per San Diego, scalo in Germania con LUFTHANSA,  costo del volo : 1000 euro andata e ritorno (torno a febbario, devo andare 10 mesi in Portogallo, Lisbona). Il precedente volo era DELTA: costo andata e ritorno 750 euro (lo avevo preso in tempo utile, questa volta mi è stato un pò difficile comprarlo in tempo).
ps, vi lascio con un'altra canzone, ascoltatela. io non la conoscevo anche se suppongo sia molto famosa, l'ho sentita per radio mentre percorrevo in macchina la strada per Julian, un paesino famoso per le torte di mele dove si erano radunati i cercatori d'oro! In un viaggio indietro nel tempo e nell'entroterra statunitense, in pochi minuti questa canzone mi ha fatto senitre un pò di spirito americano, di quello delle migliaia di piccole città-paese disperse nell'immensità, con occhi e cuori pieni di sogni che affogano in un gin. Perchè Gli Stati Uniti non sono solo New York e Hollywood.
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