Seguici su Google+ luglio 2012

IL MONDO È LA MIA CASA

Un blog per chi vuole cambiare vita e Paese una volta, o due, o tre...Per animi nomadi e per chi cerca sempre un Altrove.
Nomadi. Viaggiatori. Espatriati.

27 lug 2012

San Diego adieu

Sun Diego


Città di confine, a pochi passi dalla famigerata Tijuana.
La città è tutta un reticolo di quadrati perfetti (blocks). Downtown è quell'area che secondo il nostro immaginario comune dovrebbe essere la cosa più vicina al "centro". In realtà in gran parte è un area commerciale di grattacieli, tipo centro direzionale di Napoli per chi lo conosce o quelle aree moderne che sorgono in genere un pò fuori dalle città Europee e dove ci sono prevalentemente banche, uffici etc.
Inoltre in alcune zone di downtown ci sono davvero moltissimi homeless, alcuni innocui, altri meno. Qualcuno mezzo nudo, qualche sonnambula che vaga in pantofole, drogati consumati fino all'osso, vecchiette centenarie che dormono rannicchiate in un angolo della strada. Io non riesco a non dare un dollaro, ma sono davvero troppi, mi è un pò difficile accettare a cuor leggero un tipo di società che ne può produrre così tanti. Ho sempre un grottesco presagio di poterci finire anche io così. In fondo nella mia azienda hanno licenziato un intero team dalla mattina alla sera, no preavviso, no giusta causa, così recita il contratto da firmare.Tutto va bene finchè va bene, ma se va male, non c'e' preavviso, non ci sono ammortizzatori, e potresti rimanere inghiottito tra quelle che prima consideravi le tue spese base. Anyhow.

Il reticolo di Downtown San Diego include anche delle aree di vita notturna, pub, bar, ristoranti etc, soprattutto nel quartiere Gaslamp e anche a Little Italy, dove il "cuore" (ossia una strada sulla quale si affacciano bar, caffetterie e ristoranti italiani) è India street. Qualche volta c'è anche il mercatino, ma è ordinatissimo, pulitissimo e silenzioso, con frutta e verdura davvero perfetti..Non assomiglia al classico mercato della frutta italiano diciamo. Invece di urla colorite e fantasiose per venderti o' mellon e limun o altro ci sono gruppi che suonano elegantemente e con un acustica perfetta jazz in the street.

Little Italy

Gaslamp è un quartiere più di pub, bar e vita notturna. La sera passeggiano centinaia di ragazzi, muscolosi, tatuati, tirati, sullo skate, ragazze in superminigonna ascellare, magre o grasse indifferentemente, spesso con i capelli tinti verso il bianco e, quasi immancabilmente, almeno la sera, tacchi da trampoliere che gestiscono con la massima disinvoltura anche quando ubriachelle...In meno di 10 minuti vi capiterà anche, molto probabilmente, di vedere un auto rialzata con delle ruote da trattore e il corpo da miniauto. L'altro giorno ho visto l'immancabile auto rimbalzante, perdonate l'ignoranza, ma non so bene come si definisca..mentre l'auto cammina con musica a volume assordante, rimbalza sulle ruote che si alzano e si riabbassano. ma tanto tanto!
Effettivamente ammirare i "veicoli" che circolano in giro è sempre un intrattenimento..ruote gigantesche, colori sgargianti e improbabili, cerchi delle ruote che ruotano anche se la macchina è ferma, magari con dei neon colorati. Maggiolini con tubi di scarico giganteschi e scintillanti, mezzi anfibi (essì ho visto anche una specie di bus cingolato che entrava in acqua tipo barca. L'auto è molto importante. Ci sono meccanici in media ogni 100metri in tutta l'area, ma non solo. Ci sono quelli specializzati solo in ruote..ma non come i nostri gommisti...hanno ruote davvero di tutte le taglie e di tutti i tipi! Oltre ogni possible immaginazione. Quelli specializzati solo in cerchioni, cerchioni verdi, rosa, blu, cromati, zebrati e chi più ne ha più ne metta.


Ci sono poi quartieri immensi che sembrano essere solo ricoperti da rivenditori d'auto, uno dopo l'altro, uno di fronte all'altro, con centinaia e centinaia di veicoli in parcheggi giganteschi. Oppure piccoli ma con le macchine incastrate meticolosamente per farne entrare il maggiori numero possibile senza concedere alcun inutile spreco di spazio.

La verità è che a San Diego senza macchina, non solo "non sei nessuno" (nel senso che è sicuramente uno status symbol e si nota)..ma non vai davvero da nessuna parte.


Le distanze sono gigantesche a piedi, quasi mai percorribili in mezzi pubblici. Ci sono i trolley e gli autobus  ma non arrivano davvero ovunque (ci sono immense zone solo residenziali e piuttosto isolate dai circuiti dei servizi pubblici) o comunque, devi cambiare molti mezzi e un percoso che in macchina può essere di 15 minuti, puo' trasformarsi in un incubo di un'ora o più. Una cosa bella di autobus e treni è che, come in Germania, i mezzi sono bike-friendly, ossia ci caricate facilmente e senza pagare la bicicletta, gli autobus hanno una specie di ringhiera davanti che si abbassa e ci infilate la bici dritta dritta. Questo anche perchè, appunto, talvolta solo per raggiungere la fermata ci vuole la bici, ma insomma, è tutta salute no?



Per tutti quelli che arrivano a SD e non sono particolarmente benestanti e vogliono avere la libertà di muoversi in un'area pensata principalmente per le auto e poi per gli esseri umani, consiglio Dirty cheap car rental http://www.dirtcheaprentacar.com/, è ancora facile da raggiungere (vicino ad old town, fermata del trolley e zona turistica e quindi relativamente ben servita e non lontana da downtown). Vi daranno una macchina scassatiella a vari livelli, ma pagherete pochissimo, sono gentili, vi danno anche il GPS (conviene appena arrivati perchè è un labirinto di highways che sembrano tutte non portare in nessun posto) e comunque siete assicurati e vi forniscono assistenza completa. Se la riportate prima del tempo pattutito vi ridanno anche i soldi indietro. Un mese può costare circa 250 dollari, ma dipende da quale macchina scegliete, che area volete raggiungere (in alcuni casi non potete lasciare San Diego) e per quanto tempo la prendete (una settimana costa al giorno naturalmente più che 3 mesi d'affitto).

Dubito servano info su come prendere la patente californiana giacchè la maggior parte degli italiani viene in vacanza o per studio-lavoro ma temporaneo, quindi magari non serve, se servisse fatemi sapere che farò un blog apposta.
 
Le spiagge di San Diego sono sicuramente tutte bellissime, lunghe, larghe e salvagge.
 Vi può facilmente capitare di vedere i delfini saltare fuori dall'acqua, magari soprattutto dove non c'e' molta folla, ad Imperial beach (sud vicino al confine col Messico) per esempio, ma non solo. Frequenti sono anche le foche che nuotano tra i surfisti (e gli squali ma facciamo finta che non ci siano che preferisco) e che hanno la loro "tradizionale" casa a la Jolla.


La bellezza delel spiagge di San Diego è diversa da quella delle nostre spiagge, della Sardegna, Calabria, Puglia...L'acqua limpida è una rarità, soprattutto perchè ci sono le onde ed il mare è spesso agitato. Inoltre è un mare pieno di alghe, di alghe lunghissime e con una strana consistenza, sembrano quasi di plastica. Appena possibile vi carico una foto per chiarire. I banchi di alghe sono davvero estesi. A questo bisogna aggiungere la peculiarità del clima. Tutti vi diranno che è la terra del sole. Non che sia una bugia, ma ci sono delle precisazioni. Prima di tutto, il vento. Se siete nella parte interna, verso la Mesa o comunque non direttamente in spiaggia, ci sono giorni in cui letteralmente si frigge! Tra sole che picchia fortissimo, asfalto e auto vi verrà una gran voglia di un bel bagno! Vi dirigerete quindi verso Pacific Beach o Ocean Beach o dove più vi piace. Parcheggio. Bene. Scendete e ..brrr...avrete i brividini di freddo non appena la breeze dell'oceano vi raggiunge. Talvolta fa proprio freddino freddino, quando magari il cielo è coperto. Quando c'è il sole si sta abbastanza bene, ma l'aria più che rinfrescante è davvero freddina, quindi sentirete freddo e caldo contemporaneamente senza che le due sensazioni riescano a mitigarsi l'una con l'altra...rimangono separate e contemporanee. Difficilmente comuque avrete davvero ancora voglia di un bagno, sia per l'aqua che per la temperatura. Nonostante ciò è sicuramente uno spettacolo, soprattutto al tramonto, solo non è il mare come lo intendiamo noi mediterranei. Infatti abbondano le piscine mentre la gente che davvero si fa il bagno, esclusi i surfisti e i bambini, è piuttosto pochina.

La città è poi disseminata di zone militari e sono tantissimi i militari che incontrerete e relative famiglie. Non è raro vedere che si esercitano con i carri armati a pochi metri dalla città. Sembra di passare per Baghdad quando ci passi vicino, in tuta mimetica, in lunghe file di carri che quasi scompaiono nella polvere che alzano, ma se si fa un pò di zoom out, ecco che a pochi passi c'e' l'oceano di sfondo e perfino la sagoma dei grattacieli di downtown. E quello che stanno attraversando non è un lontano e impervio deserto, ma un burrone che porta al mare. Bizzarre scene. Hanno un grandissimo rispetto per i loro soldati, che hanno diritto a vari privilegi sugli affitti, l'acquisto di automobili e biglietti a eventi e concerti. Nei grandi supermercati non è raro trovare all'ingresso un cartellone con le foto dei soldati partiti, feriti o morti in una mega-bacheca posta subito all'ingresso: onoriamo i nostri eroi.

Ho avuto modo di "conoscere" in particolare la Marina, con le sue leggi e regolamenti paralleli, come un mondo a parte che vive di regole, circuiti, club e attività proprie.
Spesso queste famiglie si devono spostare molto spesso, perchè vengono inviati di anno in anno in nuove località. Per questo ho notato, dal punto di vista antropologico ;), che si crea come una nuova figura di donna casalinga, che magari prima ha sempre lavorato e goduto di grande indipendenza, ma che a causa dei continui spostamenti, non riesce mai ad integrarsi a livello lavorativo se non in canali privati, scambiando servizi all'interno della comunità militare e delle famiglie dei militari o cominciando a fare un figlio dopo l'altro.

Non che questo sia un bene o un male, solo una constatazione antropologica come dicevo.

Innegabilmente, oltre ai molti doveri e sacrifici che nemmeno immegino, essere un militare permette un certo numero di vantaggi, per esempio permette di studiare e di avere l'assistenza sanitaria assicurata. Cose che qui in America possono essere un miraggio per molte persone.

Per il resto che dire..oltre ai grattacieli di downtown, tutto il resto dei fabbricati sono di un piano a al massimo due. generalmente le strutture sono cubiche...un cubo è una pizzeria, il cubo successivo è un negozio, un cubo in mezzo ad un giardinetto è una casa. Ci sono zone più in dove invece le casette sono villine e dove le forme sono variabili e talvolta davvero bellissime.

In generale c'è una sorta di divisione in aree tematiche, la zona messicana, la zona dei rivenditori d'auto, la zona degli hotel, la zona dei centri commerciali.

Menzione a parte proprio i centri commerciali direi.
In pratica voi prendete la vostra freeway, prendete l'uscita che vi interessa ed entrate in una Plaza, ossia una gigantesco parcheggio attorno al quale ci sono giganteschi supermercati e negozi. Parcheggiate, entrate in un mega-cubo negozio, volete comprare tutto e fate del vostro meglio per farlo sul serio. Uscite, avete fame e passate al Burger King che vi aspetta proprio li'. Mangiate come maiali, riprendete la macchina, uscite dal megaparcheggio, prendete la freeway, alla vostra uscita girate e via verso la vostra cubo-casa. Qundo uscirete di nuovo da casa, sarà probabilmente per infilarvi nella vostra macchina, prendere la freeway e dirigervi verso il cubo-lavoro o la cubo-università. Sempre che non sia un weekend, e allora via di weekend warriors!

24 lug 2012

Il volo Roma-San Diego II la vendetta

El vuelo que nunca acaba


Bien. Eccomi qui. Questi pochi giorni sembrano essere durati anni e non c'è ancora stato un attimo di riposo.

Treno per Roma preso all'ultimo minuto, speso tantissimo e, per un attimo, stavo perfino per dare i miei pochi soldini a Italo! Il treno pvivato (con la v). Anni e anni di sofferenza estrema che solo un pendolare può conoscere segnano per sempre. Alla fine però il ricordo dei soprusi e la sofferenza non è bastata a convincermi a rivolgermi a Montezemolo. EH no neh.

Bien. Aria condizionata gelida, occhi infiammati, due ragazzi americani che hanno giocato ai videogames per tutto il viaggio tirando su col naso ogni circa 5 secondi per quasi 4 ore. Un bel presagio. Ad un certo punto sono corsa via verso le porte del treno...voglio scendere...aiuuuttto, ho freddo! questi ragazzini sniff sniff sniff eccchekaiserdamm....perchè io, alla fine, negli Stati Uniti, non ci voglio andareeeeeeeeee.

 Come è potuto succedere proprio a me? Un dio deve esistere per forza. Quest'arguta, sapiente e creativa opera della s-fottuna non può che essere opera divina, super-fortuna e super-fottGXYW*%$ allo stesso tempo.

Well, well. Chi si lamenta non munge la giumenta (is this good or bad? ehhehe) Come avrete intuito sono piuttosto confusa (e la mia creatività linguistica lascia a desiderare)

Torniamo a Roma (ladrona! la lega non perdona, meglio con-dividere i furti in aree differenziate, come la munnezza)

Arrivo a mezzanotte, giro per Roma di notte con degustazione di mozzarelle da premio nobel e pomodori ripieni fatti in casa, brindisi al parco e via verso l'aereoporto.

Bizzarro scoprire che l'aereoporto di Roma la notte ha tutte le porte chiuse tranne una. Sembra una specie di trappola per topi. Dormita per terra di rito. E solita domanda: ma perchè non mettono dei sedili comodi per i passeggeri?

Mi viene in mente che quando facevo design in quel di milano ci spiegarono come le panchine della stazione (prima del rinnovo) erano state studiate apposta per non permettere di stare seduti a lungo, ma solo appoggiati, erano tipo strette e molto bombate in fuori, le ricordate? quasi come sedensi su una grande sbarra. Così non ci dormivano i barboni....Nè si sedeva comodamente un'anziana o una qualsiasi persona stanca dopo 10 ore di viaggio, ritardi, gelo o asfissia da mancanza di ossigeno...Però almeno i barboni non si stendono. È sempre una questione di priorità. Bene. Fino a Roma confesso che non ci ho riflettuto più di tanto. Ricordo di aver sempre dormito a terra negli aereoporti, perfino a Singapore. Arrivata a Francoforte però..sedie...sedie...un paradiso di sedie e sedili...puliti, morbidi senza braccioli divisori! Avrei voluto dormire li' per almeno una settimana, ma il mio prossimo volo per Chicago partiva dopo 30 minuti. Così è la Germania, ha quello che desideri, ma per un motivo o per l'altro resta solo un'idea più che una reale soddisfazione ;).


Ho volato con Lufthansa, stranamente aria condizionata a livello perfetto, non fastidioso. Croissant al cioccolato meglio di qualsiasi altro riescano a fare in Spagna (ma è così difficile?). Però uno solo...e io se non ne mangio 3 non sento niente...ancora Germania che non dai piena soddisfazione...


Nota tecnica, se passate da Inghilterra o Germania etc prima di andare negli States non vi serve il bollo sul passaporto. Serve solo se dall'Italia lasciate l'Europa. In tutti gli altri paesi europei non esiste, quindi non lo controlleranno.

Il tedesco mi controlla il passaporto, intravede i miei capelli perchè al bancone non ci arrivo...devo saltare o mettermi in punta di piedi, e mi dice Arrrrrivedevci! Io gli rispondo in tedesco e cerco di fermarmi lì...tu tu piccolo tedeschino biondo, sei l'ultima mia frontiera in Europa, dopo di te c'è l'America! Fermami! Dimme che vuoi bbbene, offrimi una birra! Restiamo tutti allegramente in Europa, suvvia Germania paga i nostri debiti e non ci indurre in tentazione ma liberaci dal male, amen.

E invece niente, non mi chiedono nemmeno garanzie sul debito pubblico, mi dice ciao ciao e mi abbandona al mio destino.

Sweet home Chicago. Here I come.


Il volo è interminabile, cerco di dormire, mi raggomitolo, mi contorco, leggo "Considera l'aragosta", il libro che mi sono portata dietro e giungo rapidamente alla conclusione che non era il libro da portarsi dietro, considerate le circostanze e il mio attuale stato d'animo. No no no no no no.

Servono agli indiani davanti al mio posto della carne...ahi ahi ahi Lufthansa ahi ahi ahi. L'indiano con coraggiosa e infinita perseveranza rivendica i suoi diritti per circa 2 ore di viaggio, parla con 3 diverse hostess, tutte sorridenti e bellissime, anche se stagionatelle. Misunderstanding...yes Sir...What would you want us to do now? Yes Sir..yes sir.

Questa volta abbiamo avuto pochissima turbolenza grazie a Ganesha e tutti i santi immacolati di Positano, soprattutto nessun vuoto d'aria di 10 secondi come l'ultima volta, che ho strillato come al luna park..essì bisogna sfogà.


Tutto bene, bella panoramica dei dintorni di Chicago dall'alto (e passare dal Canada è stato uno spettacolo! si vedeva benissimo non eravamo molto alti, pozzanghere gigantesccccccccheeeeeeee, milioniiii).

Arriva il fatidico momento in cui tutti cominciano ad entrare in panico, anche senza motivo. Controllo HOMELAND SECURITY.Ripasso nella mente come mi chiamo, chi sono e perchè sono e pure le tabelline perchè non si sa mai che me le chiedano...

Entro nella fila U.S. citizens and residents yuuuppie. Arrivo. Saluto. No answer....metti le 4 dita della mano destra lì...eseguo.

metti il pollice. eseguo.
altra mano.
eseguo!

Da quanto sei fuori dagli Stati Uniti e perchè? Vedi che le tabelline un pò mi servivano..
PUM (stampa sul passaporto).

Vado? Posso andare?
Si si vai che mi blocchi la fila!

....Ma perchè mi fanno sempre paura? Alla fine sembra un impiegato postale. Fa veramente male riempirsi la testa di film e telefilm americani, non è da sottovalutare la loro influenza sulle nostre percezioni.
E io sono di quelle che di televisione ne vede in media 2 ore al mese.

Non finisce qui però, al second check point mi fermano, perchè quando mi chiedono che bagaglio ho e non ho che uno zainetto la cosa non li convince. Devo andare alla porta numero 2...


Il funzionario della porta numero due mi chiede la green card...fa zick zick zick nel computer, un computer piuttosto antico che non assomiglia agli schermi trasparenti touch screen di CSI e mi chiede se ho liquidi nella borsa. Io? nooo macchè. ok ciao, senza controllare niente, manco l'ha toccato il mio bagaglio! tzè!

Arrivata all'imbarco dell'aereo per San Diego mi rendo conto che siii, è da Roma che mi porto dietro l'acqua in borsa! ahhaha quando vuoi farlo non ti riesce, quando te lo dimentichi e fai 2 scali e 15 controlli, nessuno se ne accorge! Funny funny world. In compenso sono dovuta passare attraverso un scanner X-ray..e non hanno visto l'acqua. Avrei voluto chiedere la foto dello scanner come souvenir, ma non mi pareva il caso, erano tutti molto seri in verità, a New York erano più allegri...ridevano tutti di me che entravo senza documenti..ma ridevano allegramente! Quando ho ricevuto i documenti definitivi gli ho spedito una cartolina al dipartimento di New York. Magari mi torna utile un giorno un pò di empatia .)

Per i voli nazionali basta la patente per viaggiare. Fine dei passaporti, si gioca in casa.

Ultimo volo per San Diego! United Airlines, bevande e cibo a pagamento, nemmeno un bicchier d'acqua! Una cordialissima voce avverte che non è prevista alcuna bevanda o cibo gratuiti.
SIIIII che belllooo già respiro aria di libertà!

Questa volta l'aria condizionata mi procura un principio di congelamento, ma sfruttando le goccioline di condensa riesco ad abbeverarmi un pochino. Sempre sorridendo.

San Diego! Landed! (ore 7p.m)
E adesso? che facciamo?

Nel caso ci fosse qualche altro pazzo che arriva a San Diego completamente disorganizzato vi fornirò alcune notizie tecniche utili nel prossimo post.

Mi raccomando! It's fun! (Qui tutto è fun...look at those shoes! they are fun! Buy this car! It's fun! Having a dog is fun! Fun is fun! Enjoy the fun! e benvenuti a San Diego.

17 lug 2012

Lavoro chiama, Maria non vuole rispondere...

LAVORO, LAVORO LAVORO

Un piccolo post prima della partenza per raccontare cosa è successo ieri...
Ho ricevuto 3 offerte di lavoro, una a San Diego, una a San Francisco e una in North Carolina. In verità c'era un lavoro a Cupertino che mi aspettava.
E ad essere ancora più sincera, non avevo poi molta intenzione di lavorare almeno per un pò....

Che faccio adesso? argh

12 lug 2012

Come tutto ebbe inzio e riepilogo puntate precedenti

  Un nuovo Inizio. In God we Trust.


Giugno 2010. Tenerife, Bajamar.

(sotto: foto sparse di alcuni luoghi delle Isole Canarie)

Taganana

Mi casa!
                               
Punta Teno

Boca Cangrejo
Teide
                                 
Drago Canario
Una porta a Fuerteventura

Big Fish, viaggia con me!

El Cotillo

Fuerteventura

Fuerteventura



Freedom


Guardando Isla de Lobos


Pappagalli al pascolo!

Uccellini in spiaggia...
Camping spot

Maspalomas




Guigui guardando Tenerife

Guigui, siamo quasi arrivati!

Mi casita


Sono sul balcone e mi godo il panorama quando...Cosa? Una lettera dagli Stati Uniti?

Un faldone color crema, spesso e misterioso. Sorpresa! Cosa sarà mai?
Gli Stati Uniti non sono mai stati una mia meta, un mio sogno, un mio desiderio.
Non ho parenti nè amici li', ho vissuto a Barcellona, a Sydney, a Berlino, in Irlanda, in Inghilterra, sono stata in Thailandia e Malesia mah mah, non ho mai messo piede negli Stati Uniti! Nemmeno per fare uno scalo!
L'American dream? "till human voices wake us and we drown."

Kentucky Consular Center.

oh oh. in un primo momento non so perchè ma ho avuto un attimo di panico, servizi segreti, spie, terrorismo? AIIIUUUUTO non ho fatto niente! Too much TV, eppure da 5 anni non ce l'ho. mmm

Bueno... a ver, puede ser simplemente una broma.

Open it, open it!

Dear DV applicant:

Interview....visa, case number...

Wait a minute. 

tum-tum, 
                 tum-tum, 
                                                                               tum-tum.


Ok.


Ricominciamo. 


Cos'è un DV applicant?

E fu cosi' che un ricordo lontano e soppresso riaffiora alla mente.
Barcellona 2006, al tempo vivevo in Calle Perot lo Lladre, nel centro di Barcellona.
Dovevo preparare ancora la tesi, ma stare a Milano mi asfissiava, non sopportavo quella città, mi sembrava una prigione immensa, rumorosa, falsa e grigia. Modelli e modelle, la città del design. Traffico. Devi fare cosi', devi vestirti cosà, sii alternativa! Be yourself! Express creativity (but the way we want it, the alternative way we have selected to be cool).Io sono una designer. 

Non so perchè ma in quel momento tutto questo mi disgustava, i bar minimalisti, la grafica cool delle riviste trendy. Perfino i concerti, gli eventi, il Milano Film Festival. Come se tutte quelle maniere per sentirmi impegnata e occupata fossero, d'improvviso, una routine per riempire la vita, per creare un personaggio. Sembrerà eccessivo, anche perchè avevo quanti 23-24 anni? Ma mi sentivo "chased by death". Ricordavo solo e soprattutto le notti nel letto. Tutti i giorni scomparivano nella fretta di viverli e riempirli e il riassunto finale era solo una successione di notti nel letto in attesa dell'incoscienza. Mi sembrava di essere stata inglobata in una bolla che galleggiava persa nello spazio, d'improvviso una presa di coscienza, non chiara e razionalizzata, forse tuttora semplicemnte una sensazione, un'intuizione. Malessere. Più di cosi'. Nausea. I don't belong here. I don't care if it hurts, I wanna have control! I wanna a perfect body, a wanna a perfect soul. What the hell am I doing here?

Avevo un amico a Barcellona, un grande amico con il quale ho condiviso l'adolescenza con tutte le sue oscurità e speranze. Un amico lontano, di Rovigo, ma con il quale codividevo l'anima. Sensibile, profondo, sapeva scrivere, sapeva leggermi. Posso farti una visitina?
Claro que puedes! 
Tempo una settimana avevo un lavoro a Barcellona, qualche settimana dopo avevo una casa. E amici, di quelli che poi restano per la vita (alcuni). Altri li ho persi, come capita a chi non ha mai una casa abbastanza a lungo, non riesce a star dietro alle scie sparse ed incomplete che lascia.
Al tempo ancora mi circondavo di oggetti. Dipinsi le pareti (e mi presi un'infezione tanto erano sporche e ammuffite, il modo in cui sanno essere vecchie, storte e ammuffite le case a barcellona è praticamente ineguagliabile nel mondo). Talvolta alcuni ambienti ricordano ancora Nada di Carmen Laforet, quasi che il fantasma della storia di Spagna regni comunque sempre tra le pareti, nonostante tutto. Comprai una riproduzione gigante di The Great Wave di Hokusai, attaccai i miei quadri etnici presi dai Masai in Kenya. Frequantavo circoli di cinema, ho recitato come comparsa in un film! Ho scoperto che Albert parlava catalano. Essi' tanto ignorante ero da non aver mai davvero realizzato che in Catalunya si parlava il catalano. Si l'avevo sentito forse, ma che significava? Della storia della Spagna poi non sapevo niente. Al liceo avevo studiato tutto su Mussolini e Hitler, anche se naturalmente sul 900 si ha sempre poco tempo perche' "siamo indietro col programma". Però la mezzaluna fertile e la Mesopotamia l'ho studiata per mesi di seguito. Vabeh. Però Franco? E Salazar? Evidentemente la storia è piuttosto selettiva, a scuola. All'università poi imparavo marketing, grafica e mi istruivano su come essere creativa. Alla fine era tutto marketing, creativa si ma per un fine prestabilito.
La mia stanza a Barcellona 2006
Montserrat
Sulla strada per Sort, Rafting!
Rafting indeed
Un giorno una delle mie colleghe mi disse che era rimasta senza casa, non ricordo bene perchè. Visti i prezzi degli affitti a Barcellona bisogna per forza di cose condividere la casa, gente che va a viene, stanze che si liberano e si riempiono. Via le foto, valigie, nuove valigie, nuove foto. Italiani, tedeschi, francesi, inglesi. Piacere, hola, bienvenido, au revoir, wunderbar! La movida, si la movida, assenzio, get drunk, be young! I locali bohémien me gustan mucho, me parece volver a otro tiempo y lugar.Be young!
Monica era rimasta in piedi spenta la musica nel gioco delle sedie.
Non la conoscevo molto bene, direi quasi per niente, ma le offrii di stare con me. A suo tempo da giovanissima in Inghilterra qualcuno mi offri' un letto mentre ero in una situazione difficile. E li' imparai la bellezza di un gesto disinteressato verso qualcuno che ha bisogno, sempre e comunque ed in qualsiasi contesto (talvolta confesso di aver forse anche un pò esagerato a riguardo, I grow old I grow old, shall I wear the bottom of my trousers rolled?)
A quel tempo stavo ore ed ore al pc, asseblavo i pezzi, risolvevo enigmi, leggevo trucchi, ogni cosa nella rete mi interessava.
Perdonate un altro flashback, ma è necessario. Quando a 16 anni decisi di andare un anno a studiare in Australia, ebbi tutti contro. Che assurdità, che sciocchezza, non è il caso, troppo lontano, costa troppo, non sei pronta. Mia madre mi sostenne con tutte le sue forze. Maria "la napoletana" a Brescia, e "la bresciana" a Napoli. What the hell was I? Evidentemente una definizione data da un luogo "altro". Esisto in relazione a dove non sono e in relazione a dove mi trovo cambia di volta in volta la mia identità.
E io andai in Australia. Quel momento per me fu un "turning point", come nella canzone del cd che poi la mia amatissima "host sister" mi regalò quando lasciai l'Australia: Green Days: Good riddance. Non solo l'Australia di per sè, ma la forza di andare avanti nei tuoi sogni anche se i più ti ostacolano e ti fanno sentire stupida, un peso, se li sminuiscono o li rendono "impossibili". Da quel momento per me cominciò la crociata contro l'impossibile e chi vorrebbe toglierci ogni speranza in nome della razionalità, economia e "ragionevolezza". In quel momento probabilmente, senza la forza dell'appoggio che ho ricevuto da una sola persona, forse "la società" avrebbe deciso per me. Forse sarei diventata quello che mi sembrava mi stessero dicendo che io fossi. Da quella volta and forever.
It's something unpredictable, but in the end is right. I hope you had the time of your life.
Inutile dire che per me l'Australia a 16 anni, era just accross the universe
Cosi' quando ascoltai la storia di Monica, si accese la mia modalità Fight for your rights! Più sento una persona demoralizzata con sogni rimasti a marcire nel cassetto piu' mi infervoro, monto sul fedele Ronzinante e sguaino la spada contro i mulini a vento. Confesso che da un annetto a questa parte mi sento però un pò più spenta...Una tacca di energia in meno...
E insomma tra le mie mille ricerche per abbattere muri di gomma, capitai sul sito del governo statunitense. DV lottery program? Ok lo compilo. (Mi rendo conto di aver saltato molte fasi, ma questa dovrebbe essere un'introduzione). Qui il link per i nuovi aspiranti americani, perchè come dice una pubblicità qui negli States: America are U.S. (the immigrants) http://travel.state.gov/visa/immigrants/types/types_1322.html
Un gioco, boh. Forse una sbornia. Non ditemi che è impossibile! Non ditemi che è difficilissimo. Argh! (trasformazione in Hulk)
How many miles will it take To see the sun? And how many years 'Til it's done?
Cosi' è stato l' inizio di uno dei miei mille nuovi inizi. (sotto, foto sparse della California)
You surfer! Get on the beach NOW!
Campionato sculture di sabbia
Fammi uno skate!
La fine della festa
Animaletti domestici
Open di surf, Slater wins again
Ancora animaletti domestici
A bum
Border patrol
The answer my friend is blowing in the wind...
Ohibo'
L'auto e il camperino
Death
Brighton, US?
E' mia intenzione parlare soprattutto del mio prossimo viaggio, dal 20 luglio a San Diego con il programa di comprare un Dodge RAM Van usato e viaggiare finchè durano le pile! Nessuna meta, nessun programma. Nessun albergo prenotato nemmeno per la prima notte. Ma credo sia necessario un rapido riassunto del primo ingresso negli States. Perchè San Diego? Diciamo che ho cominciato con il metodo dell'esclusione... Dopo Berlino dubito che andrò mai più ad abitare in un posto che diventa troppo freddo...Il mio adattamento fisiologico al freddo è troppo scarso. Solo con questo canone gia' direi che 3/4 degli States diventano improponibili. Poi ho bisogno di stare sulla costa, mi basta anche solo vederlo il mare, ma in qualche modo mi da il senso di aria ...una finestra aperta, una via di fuga. Solo guardare sulla mappa gli Stati Americani a migliaia di chilometri dalla costa mi sconfortava un pochino, ma quanto sono precisi i LOTS che hanno formato il Colorado? il New Mexico? Il Wyoming? Stati-rettangolo. Weird.
 La scelta poteva essere: Florida Louisiana Texas California Hawaii A questo punto ho eliminato Lousiana (peccato perchè me la immagino molto blues!) e Texas perchè per fare surf serve l'oceano aperto, il Golfo del Messico non è il massimo, inoltre immagino sia ancora altamente inquinato dopo "l'incidente". Del Texas non mi hanno parlato benissimo e, per qualche motivo, non mi ispirava più di tanto. Florida California Hawaii La Florida l'ho eliminata perchè per un pò di tempo vorrei evitare di evere ulteriori esperienze con tornadi, uragani e simili, ho già vissuto un paio di eventi del genere e, non lo nascondo, mi sono argaejhajjj!!!UUHHUSHHA ahhHHHHH nooOOOOO. Insomma non l'ho presa poi cosi' bene, la forze della natura sono sorprendenti, soprattutto in alcune località. Ho capito, non ho bisogno di ulteriori dimostrazioni... Poi avevo nell'immaginario soprattutto Miami, e non è proprio il luogo dove mi piacerebbe vivere, almeno per come me la immagino. Hawaii, beh certo le Hawaii sono una tentazione, ma dopo aver vissuto alle Canarie confesso di preferire, almeno per un pò, di essere circondata da una quantità considerevole di terra. Ne ho avuto abbastanza di isole per il momento. Di isole turistiche poi. Spazi ristretti, prezzi turistici, architettura di consumo. Mi sono informata, e boh, non mi hanno convinto per il momento, pare costino molto, quando si va a cercare fortuna alla cieca e non si ha un buon gruzzoletto di sostegno forse è meglio avere un territorio immenso intorno a sè piuttosto che no. California. (Parte dell'Unione dal 1850, capitale: Sacramento) Ho scelto poi San Diego perche' era vicino al Messico, che conosco e sento affine. Certo si può controbattere che forse Tijuana non è proprio il posto giusto per sentirsi al "sicuro" e a "casa", ma ragionavo in termini piu' generali di Messico! Una terra che conosco certo meglio degli States e una lingua comoda come lo spagnolo. Los Angeles nel mio ideario era simile a Miami. San Francisco invece si, mi ispirava, ma pare faccia freddo. Insomma alla fine bisogna pur scegliere, almeno da dove cominciare! Non mi dilungo sul primo ingresso, ma vi dico solo, con un pò di incredulità e vergogna, che mi mancavano i documenti d'ingresso! AHAH si ora ci rido, ma dopo aver letto come al solito decine di blog su come è difficile ottenere il visto, come è difficile entrare negli Stati Uniti, come sono seri e cattivi i funzionari americani..beh, sono rimasta di sasso. Mi hanno tolto dalla fila, interrogata, preso le impronte per la decima volta, digitalizzate e con l'inchiostro, fatto alcune domande un po' irreali e poi...mi hanno fatto entrare! Paroled. Ossia entri ma entro una certa data devi dimostrare di esserti procurata i documenti. Entri sulla parola. Non male per una che ha vinto la carta verde senza mai aver messo piedi negli States, senza sponsor e senza parenti, fare tutti i documenti necessari e dimenticarli in Italia? Ottimo! Ok, potete lanciarmi addosso ortaggi. Se non altro ho avuto un'esperienza davvero unica. Comunque i funzionari della Homeland security erano ragazzini, meno di 30 anni, allegri, spensierati, sembravano quasi più attori che funzionari, o forse sono sempre io che ho visto troppa tv negli anni teneri. Diciamo che come al solito tutto quello che avevo creato nella mia mente dalla lettura di blog e opinioni è cascato come un castello di carte. Con questo non voglio dire che erano bugie o non siano state informazioni utili, ma che alla fine la realta' specifica che ci tocca in sorte è praticamente estranea a qualsiasi possibile generalizzazione. Io so che entrare con la carta verde negli Stati Uniti non è facile, ma lo so perchè l'ho letto. Se mi dovessi basare sulla mia esperienza personale direi che è facile come compilare due fogli e dimenticarsene per anni. Io so che il terrorismo è stato un big issue e che sui controlli non si scherza, ma forse per una donnina di un metro e mezzo italiana le cose non vanno poi cosi' male come ad un arabo. Chissa come funziona davvero, no idea. Insomma il mondo è fatto di uomini, pregiudizi, errori, valutazioni. Ed io sono stata fortunata nel mix casuale di incognite che mi e' toccato in quel particolare momento. Massimo rispetto per tutti quelli che ne sanno molto di più. Io mi sento quasi "non autorizzata" a parlare del tema. Il pensiero del lunghissimo muro che divide il Messico dagli States mi angoscia sottilmente ogni giorno. Vorrei saperlo ignorare tanto bene come sembra quasi tutti facciano a San Diego. Come se fosse a km di distanza, come se fosse irreale. Abbiamo il nostro giardinetto. Eh si, il nostro piccolo pezzo di giardinetto da curare, come Candido di Voltaire. Un giorno ho aspettato ben 5 ore che si abbassasse la marea per cercare di raggiungere il muro sulla spiaggia. C'e' una barricata che finisce in mare, ma per raggiungerla via spiaggia bisogna attraversare una specie di fiume. Alla fine dopo un pò dall'altra parte sono arrivati due furgoni border patrol e si sono fermati li', quasi a guardarmi, considerate che erano una spiaggia gigantesca e deserta. Mi sono voltata e sono tornata indietro. Volevo vedere come dividevano il mare, o forse volevo dare il mio pegno, il mio segno di rispetto, dire, lo so che ci sei, e lo so che io sto da questa parte, dalla parte "giusta" e ho anche la carta verde. Nessun giudizio, nessuna considerazione, nessuna politica. Solo una manifestazione di rispetto. E' molto piu' grande di me quel muro perche' io possa anche solo fiatare. Muri muri muri.
ok. Sono dentro. Arrivo a San Diego, non ho bagagli perchè sapendo che non so dove andare preferisco stare leggera. Prendo qualche giornale, faccio un giro della città, leggo annunci sui pali. Compro un cellulare e una scheda prepagata. Entro sera avevo una casa. Una settimana dopo un lavoro. Vorrei fare solo un riassunto rapidissimo, stile Il postino che registra i suoni dell'isola, senza molto aggiungere, tracce di un luogo, espessioni di un'architettura urbana e di un modello di società.
Numero uno: Il salto dei delfini liberi nell'oceano mentre si fa una passeggiata in spiaggia Numero due: Gli scoiattoli che corrono sui fili della luce e sono i guardiani dei quartieri Numero tre: Il silenzio in una metropoli Numero quattro: Il canto sconclusionato di un homeless in fila per il pasto Numero cinque: Il vociare ubriaco di bellissime ragazze in miniskirt che potrebbero avere dai 15 ai 30 anni. Numero sei: I marines e i loro stivali neri Numero sette: La bandiera americana che sventola ovunque Numero otto: Suv, superauto e supereroi (comicon) Numero nove: La bibbia nei cassetti Numero dieci: L'eterna magia di una nuova speranza Sono dovuta poi tornare in Italia, dopo la Thailandia e Berlino, quando decisi di fermarmi un po' a Tenerife, decisi anche di predere una seconda laurea, Lingue e Culture Moderne a Genova. Non frequentante, internet, mail, libri comprati online. Volo, dai l'esame, vuelo otra vez. Ora il volo è sempre più lungo, ma non rinuncio a dare i miei esami, ancora uno o due anni e dovrei farcela. Ps domani devo dare letteratura americana! :), mentre ero a Genova poi ne ho approfittato per fare i corsi e imbarcarmi sulle navi da crociera, formazione con un'impresa..imbraco con un'altra (preferivo Desk Top Publisher a Guest Service Operator..) Direte voi..ma quante cose fai assieme? Infatti...non lo faccio più! Promesso! il 20 luglio riparto da Roma per San Diego, scalo in Germania con LUFTHANSA,  costo del volo : 1000 euro andata e ritorno (torno a febbario, devo andare 10 mesi in Portogallo, Lisbona). Il precedente volo era DELTA: costo andata e ritorno 750 euro (lo avevo preso in tempo utile, questa volta mi è stato un pò difficile comprarlo in tempo).
ps, vi lascio con un'altra canzone, ascoltatela. io non la conoscevo anche se suppongo sia molto famosa, l'ho sentita per radio mentre percorrevo in macchina la strada per Julian, un paesino famoso per le torte di mele dove si erano radunati i cercatori d'oro! In un viaggio indietro nel tempo e nell'entroterra statunitense, in pochi minuti questa canzone mi ha fatto senitre un pò di spirito americano, di quello delle migliaia di piccole città-paese disperse nell'immensità, con occhi e cuori pieni di sogni che affogano in un gin. Perchè Gli Stati Uniti non sono solo New York e Hollywood.
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