Seguici su Google+ agosto 2012

IL MONDO È LA MIA CASA

Un blog per chi vuole cambiare vita e Paese una volta, o due, o tre...Per animi nomadi e per chi cerca sempre un Altrove.
Nomadi. Viaggiatori. Espatriati.

30 ago 2012

Vivere in un furgoncino e in un futuro a tre tempi

Si, sono sempre stata una zingara per vocazione. Le regole, le posizioni eleganti, gli indumenti scomodi, le ipocrisie della vita non fanno per me. Sono ruvida. Non so più se sono così per scelta filosofica o se sono solo estremamente pigra. La verità è che chi è occupato a vivere perde molta poesia, o almeno questa poesia si cristallizza, come i piccoli diamanti sotto tonnellate e tonnellate di pressione. Probabilmente se qualcuno dovesse mettersi a scavare i mei diamanti per vederli brillare, mi ucciderebbe, così come le miniere deturpano la terra. Come posso mitigare il mio sentimento di avversione per gli Stati Uniti? Faccio parte di quella parte della popolazione che, a priori, non sente di avere alcuna affinità con questa società. E anche a posteriori, ma so che i miei pregiudizi ormai offuscano qualsiasi possibilità di redenzione, sono troppo vecchia per lottare contro i miei pregiudizi. L'ho fatto per anni e al momento giusto, ora posso solo guardare i risultati, vederne i pregi e i difetti ed esser lieta di non sentire più il bisogno di cambiare o giudicare le cose. Quello che è va bene, basta solo rendersene conto, e ci vogliono anni e anni di fatica. Questa volta era tornata qui con l'idea di essere di passaggio. Che novità diranno i maligni! Monica e Stefania! Vi ho beccato! E anche tu Valentina! Si, sono sempre stata di passaggio per vocazione. Chi non lo è. Si tratta solo che la mia consapevolezza di questo stato è piuttosto costante. Se oggi sto per partire per un qualsiasi tipo di avventura, significa che gia' ho pensato e mi sono attivata per la successiva, che quindi è già un fatto compiuto anche se deve ancora arrivare, e sto cominciando a pensare, senza aver ancora pero' organizzato, quella dopo ancora. Vivo in tre tempi, e sono tutti nel futuro: futuro prossimo, futuro a medio termine ma già concretizzato/progettato, futuro da inventare. Comunque la si voglia mettere non sono mai lì, nè nello spazio, nè nel tempo. E così mi sento, chissà se c'e' qualcun altro nella mia non-dimensione. Sono sicura di si, ma le non-dimensioni non si toccano mai, o non si riconosco, o se lo fanno, la cosa rimane una constatazione amichevole priva di vantaggio. Dicevo...Ero tornata negli Stati Uniti con un'idea: andare a caso, non preoccuparmi di sistemarmi, non preoccuparmi di trovare casa, di trovare lavoro e sostentamento come al solito. Evitare tutta la parte in cui faccio finta che sto iniziando una nuova vita e voglio sistemarmi. Che palle questa maledetta parte. Volevo partire, con pochi soldi e nessuna speranza, perchè l'idea era di arrivare ad essere cosi' povera e affamata da dover tornare a casa con le pezze al culo. Volevo bruciare l'america, la mia possibilità in America, volevo bruciarla perchè non la volevo affatto. L'avvio è stato ottimo, pellegrinaggio infernale all'arrivo per non aver prenotato uno straccio di albergo con relativa paura di svenire per il sonno di notte nel bel mezzo della strada (avete mai avuto tanto sonno da sapere di non poter davvero farcela più a controllare il vostro corpo?). Acquisto di un Dodge Van Ram esattamente come sognato e programmato, usato chiaro!. Con assicurazione e tutto, via il budget conservato risparmiando pure sul cibo in un anno di lavoro. Grande soddisfazione, Tutto per il mio Dodge. E via andiamo, non so come sia fatta la California, non mi interessa guardare la guida, le attrazioni i consigli. Questa è terra e io la scopro, voglio sbagliare strada perche' tanto nessuna strada è giusta. Non mi interessa sapere cosa c'e' da vedere, perche' quello che vedrò per caso è tutto quello che c`è da vedere. E' lo spirito che fa l'esperienza, non il percorso. Alcuni amici perplessi ci hanno dato un po' di frutta, una coperta e dell'acqua. Dubito esista persona che sia mai partita con meno organizzazione e meno cose in generale. Anche i globetrotter hanno il loro buon vecchio zaino ninja. Io non ho niente, un pantalone, due vestiti. Lo spazzolino e il marsupio con i documenti. E ora ho una coperta :). Per un mese o poco più sono riuscita a proseguire nel mio intento. Ad un certo punto, quando non hai piu' soldi, quando hai davvero fame quasi tutto il giorno, quando vivere per strada non è poi cos'i sicuro, arriva la paura. Non la paura che ti succeda qualcosa, ma la paura di vedere che si, il tuo progetto sta funzionando indeed. Sarai presto obbligata a scappare con le pezze al culo. Ad un certo punto si arriva in una strana fase, quando da gioco cominci ad avere il sospetto di trovarti lì in quel punto dove devono essersi trovati molto barboni prima di diventare tali, quel momento di passaggio da "normale" a "helpless". Rispetto per tutti i barboni, per tutti i pazzi e vagabondi. Rispetto per la vita e le difficoltà che devono affrontare e per i dolori fisici o mentali che li hanno portati a non aver piu' scelta. Perche' in pratica, la cosa che si chiamamo libertà è la possibilita di scegliere. Una cosa che no, noi non abbiamo quasi mai, meno di quello che pensiamo. Qualcuno non si accorge nemmeno di avere a disposizione questa opzione, altri credono di averla solo perche' non conoscono nemmeno le altre opzioni, altri ancora non hanno scelta, nessuna. Rispetto perche' volere non è potere. Non per tutti. Il primo problema della vita nel Van è il bagno. Diventa una specie di ossessione, diventi cosciente di esattamente quante volte al giorno e ogni quanto tempo in media ti serve il bagno. Ma prima di imparare a gestire la cosa, ci sono ore di estrema sofferenza. Si perchè ancora non lo sai, prendi alla leggera, si andiamo qui andiamo li'...oh oh mi scappa..e ora? Li??? nooo che schifo??!! Essi' ebbene si', all'inizio si è schizzinosi e si pensa che sia meglio soffrire che abbassarsi a certe condizioni. Pian piano le cose cambiano, diventi piu' flessibile. Si questo si, ma questo no...e no! POi va bene tutto. Ad un certo punto, e in meno di un mese, sei davvero a tuo agio ovunque, indipendentemente se circondata da boschi, edifici, rifiuti radioattivi o se hai a disposizione un cesso d'oro. Va tutto bene, è tutto normale. Davvero. Una cosa vale l'altra. Al contempo ti organizzi, impari a conoscere i tuoi tempi e a sfruttare l'occasione quando si presenta e non quando ne senti il bisogno...se l'occasione e' ora coglila e basta, non importa se in quel momento ti serve. Poi incominci a conoscere l'ambiente, dove puoi trovare cosa e quali sono gli orari migliori. Vi sembrerà fantascienza, e mi auguro che per voi resti tale. Una vita che non è per tutti, ma la vita che sono contenta di aver fatto. Perche' a me piace! Mi piace tutto! Tranne la certezza di un lavoro fisso, per anni e anni, nello stesso luogo. 3 settimane di ferie. Magari ad agosto. Questo mi toglie il respiro! Non è un giudizio, è solo la mia angoscia più grande. Mi piace perchè ci sono cose che solo vivendole si possono capire. E a che serve capirle? Serve solo a sentirsi più vicini agli altri, a quegli estranei che ci sembrano lontani anni luce da noi. Capire serve a non aver certezze, a ricordarsi ogni volta, al di là delle frasi sagge da condividere su facebook, che quello che noi pensiamo di essere, pensiamo sia giusto, è solo un effetto casuale derivato dalla vita che abbiamo avuto (in molti casi, una e di un solo tipo) e da una serie di interpretazioni random basate su una quantità bassissima di informazioni essenziali. In pratica siamo futili casualità basate su una visione incredibilemnte ristretta di quasiasi argomento. Quando vivi mille vite e acquisisci un briciolo di nuova prospettiva, guadagni un motivo in più per non aver niente da dire tra gente piena di opinioni. Mi hanno chiamato da Apple, Cupertino. Sei disponibile domani? Domani? si! bene. 40 dollari all'ora, rimborso esagerato per la benzina. Lavora e torna a casa nel tuo van. C'è mai stata una riluttante vincitrice di green card che finisce a lavorare da Apple (e no, non sono una di quelle fan celebrolese con iPhone, Mac e cazzate simili che crede -anche in questo caso- di avere opinioni degne di essere pronunciate) e contemporaneamente e' homeless? Sono o non sono il primo uomo sulla luna? La storia è ancora più complicata perchè in realta', senza casa, senza internet e senza cibo, io ho ben 3 lavori. Spiegarvelo sarebbe difficilissimo, viene difficile anche a me solo pensarlo. Sorprendente che poi in tutto questo abbia sempre così incredibilmente pochi soldi. I am brave, I am from nowhere, going nowhere. And I am ok with it. Sonno.
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